Quali collegamenti tra intestino e cervello?

L’intestino può provocare malattie mentali e cerebrali?

Per alcuni l’affermazione che l’intestino ha influenze sul funzionamento del cervello potrà sembrare assurda, altri semplicemente riterranno che un organo così nobile come il cervello che ha il totale controllo del corpo umano non possa essere influenzato da un organo tanto di basso rango come è ritenuto l’intestino eppure da anni gli scienziati sono al lavoro proprio sul legame tra i due organi e sarebbero giunti alla conclusione che l’intestino può determinare anche malattie mentali o almeno avere un forte ruolo su questo.

Già da un paio d’anni alcuni scienziati hanno scoperto che nell’intestino si trovano anche dei neuroni, le cellule tipiche del cervello e che finora si ritenevano prerogativa assoluta di quest’ultimo, quindi sono arrivati all’ipotesi che l’intestino possa avere una sua certa autonomia anche dal punto di vista nervoso, in qualche modo distaccata dal cervello. Recenti scoperte hanno messo in luce come la composizione della flora intestinale abbia una correlazione non solo con molte malattie dell’apparato digestivo e su questo nessuno si stupisce ma che gli stessi abbiano anche influenza sul funzionamento del sistema immunitario e anche sul cervello.

Flora intestinale e malattie mentali

Alcuni studi realizzati hanno stabilito dei collegamenti tra squilibri della flora batterica intestinali e disturbi mentali; talmente strette sarebbero le correlazioni che negli Stati Uniti alcuni scienziati parlano ormai di “microbi dell’umore” o psicobiotici. Non tutti gli scienziati sono concordi su questo perché non esistono ancora dati certi, incontrovertibili su tali collegamenti ma i dati disponibili porterebbero in questa direzione, tutta da esplorare e confermare.

Quello che è certo e provato è che i batteri da sempre, ben prima che comparisse l’uomo sulla Terra esistevano e contribuivano allo sviluppo della vita ed è altrettanto certo che i batteri che sono presenti nel corpo umano svolgono funzioni fondamentali per la nostra stessa vita, facendo arrivare i ricercatori a parlare della relazione essere umano-batteri come un Superorganismo. All’Univesità di Cork, in Irlanda, alcuni ricercatori hanno dimostrato come in pazienti depressi si noti un’alterazione della varietà di batteri intestinali, quindi si è avanzata l’ipotesi di un legame tra i due fatti; quale la causa e quale l’effetto è ancora materia di controversie scientifiche ma una correlazione è innegabile.

Una sotto ipotesi è che in realtà il punto comune potrebbe essere rappresentato dall’alimentazione che può agire in entrambe le direzioni: una carenza di alcune sostanze potrebbe interferire con la flora intestinale e contemporaneamente creare le condizioni per l’insorgenza di depressione, sono tutte ipotesi da vagliare. Altri esperimenti sono stati fatti: impiantando feci di topi ansiosi in topi sani si è riscontrata l’insorgenza di ansia nei topi che prima erano sani. Nello stesso modo, l’impianto di batteri intestinali prelevati da topi depressi, ha portato alla depressione i topi sani. Alcuni scienziati in Illinois hanno scoperto delle correlazioni tra squilibri batterici intestinali e anomalie ormonali e metaboliche, arrivando all’ipotesi che tali squilibri nello sviluppo fatale possa essere almeno concausa dell’autismo e una ipotesi che si sta cercando di riscontrare è che esista anche un legame rilevante tra squilibri intestinali e insorgenza o ingravescenza della malattia di Parkinson.

Certamente si è ancora, in tutti questi casi, nel campo delle ipotesi, ancorché confermate, finora da esperimenti eseguiti sui topi ma mancano ancora conferme in campo umano e soprattutto la dimostrazione attraverso i meccanismi biochimici che sarebbero alla base di queste ipotesi. Non si sa se potranno essere confermate oppure no, nel dubbio, mantenere equilibrata la flora intestinale non sarebbe una cattiva idea, male non fa di certo, anzi, quello che è assolutamente provato è che un equilibrio nella flora intestinale fa funzionare meglio l’intero apparato digestivo e aiuta a controllare i livelli di colesterolo nel sangue, con beneficio anche in chi segue diete dimagranti, attraverso un ridotto assorbimento di sostanze.

Pamela Tela

Caporedattore e amministratrice del sito salute-medicina.com curo i contenuti e i comunicati stampa salute e medicina per poi proporrle ai nostri lettori.