Coronavirus: il lockdown non ferma il mercato della cannabis legale

Da più di un mese a questa parte, l’Italia sta vivendo l’inedita situazione del lockdown finalizzato a contenere il contagio da Coronavirus. Questa circostanza, che ci vede tutti chiusi nelle nostre abitazioni, ha portato a una vera e propria esplosione dell’e-commerce.

Milioni di persone che fino a un paio di mesi fa non immaginavano neppure di comprare online ora ordinano la spesa con un click e acquistano prodotti di varia natura.

Tra questi è possibile citare la cannabis light. La chiusura di tantissime attività e la necessaria contrazione dei consumi ad esse relativi non ha coinvolto un settore che, da qualche anno a questa parte, sta facendo numeri molto alti nel nostro Paese.

Un incremento del 30%

E-commerce come cbdmania.it hanno riferito un incremento del 30% circa degli ordini nelle ultime settimane. La cosa non può che far piacere in quanto, al di là degli affari dei singoli imprenditori che crescono indubbiamente, questo trend è sinonimo del fatto che, ormai, gli italiani sono consapevoli della possibilità di acquistare cannabis light in tutta sicurezza.

Lo si può fare anche online, come è chiaro da quanto stiamo specificando. I siti che lo permettono sono numerosi e tutti sicuri. Ovviamente per vendere devono soddisfare specifici requisiti. Il principale punto di riferimento al proposito è la Legge 242/2016.

Questo testo normativo, entrato in vigore nel gennaio del 2017, è stato scritto con lo scopo di valorizzare la canapa in quanto coltivazione sostenibile e utile per tenere sotto controllo il problema del consumo di suolo.

La legge in questione ha cambiato tantissimo il panorama normativo italiano, introducendo la possibilità di commercializzare cannabis caratterizzata da una bassa percentuale di THC.

I negozi – sia online sia grow shop fisici – devono innanzitutto tenere conto che, per essere commercializzati, i prodotti devono avere una percentuale del suddetto principio attivo psicoattivo non superiore allo 0,6.

Inoltre, i negozi devono fornire agli utenti finali tutti i riferimenti relativi alla tracciabilità delle materie prime. Un plus senza dubbio utile al cliente finale riguarda il fatto di inserire nel sito informazioni dettagliate sotto forma di articoli di blog o di contributi video (la scelta in merito spetta ovviamente al singolo imprenditore).

Un mercato con numerosi prodotti

Tra i fattori che hanno dato un’oggettiva spinta al successo già non indifferente del mercato della cannabis light rientra senza dubbio l’ampio assortimento di prodotti.

Chi pensa che la cannabis light sia legata indissolubilmente all’atto del fumare può anche cambiare idea. Sono diversi le alternative che permettono di sfruttare le proprietà di questa pianta.

In questo novero è possibile citare senza dubbio l’olio, che consente per esempio di assumere il CBD. Questo principio attivo, che si contrappone al THC per quel che concerne gli effetti psicoattivi.

Detto anche cannabidiolo, il CBD può essere assunto pure tramite cristalli commestibili e attraverso infiorescenze dall’aroma particolarmente raffinato.

La tecnologia che viene incontro a chi vuole provare la cannabis light

La cannabis light, che è diversa da quella medica (quest’ultima è regolamentata da un testo normativo differente e risalente al 2006), si contraddistingue per diversi benefici, tra i quali è possibile citare un piacevole effetto rilassante.

Quando la si consuma, è bene ricordare che, pur non causando effetti psicoattivi, se la si assume e poi si guida si può risultare positivi al test anti droga.

Ricordando che prima di provarla è il caso di contattare il proprio medico curante, facciamo presente che, in ogni caso, la tecnologia le ha permesso di acquisire una nuova popolarità e di impedire la formazione di code fuori dai grow shop, con ovvi vantaggi per la salute pubblica.

Pamela Tela

Caporedattore e amministratrice del sito salute-medicina.com curo i contenuti e i comunicati stampa salute e medicina per poi proporrle ai nostri lettori.