Cosa fa il podologo?

In questo articolo, approfondiremo nel dettaglio il lavoro di un professionista sul quale, molto spesso, si hanno le idee sbagliate. Stiamo parlando del podologo, un medico il cui ruolo è cruciale per la salute.

Podologo: di cosa si occupa?

Il podologo è un medico che si occupa delle patologie del piede, a prescindere che si tratti di condizioni dolorose o meno. Quali sono le patologie che tratta? In questo novero è possibile citare le metatarsalgie, ma anche il neuroma di Morton e il piede diabetico. Proseguendo con l’elenco delle patologie che vengono curate dal medico podologo, troviamo il piede vascolare, così come l’artrosi del piede, condizione molto più rara rispetto a quella al ginocchio e all’anca.

Da non dimenticare è anche la sua importanza nell’ambito della cura di patologie come le dita a martello e l’alluce valgo, per non parlare della sindrome pronatoria e di quella supinatoria. Come funziona una visita dal podologo? Vediamolo assieme nelle prossime righe.

Come funziona la visita dal podologo

Quando si parla di visita dal podologo – se stai cercando degli esperti qualificati, puoi informarti sul curriculum dei medici specializzati in podologia Bologna Centro Medico San Donato – è necessario ricordare che parte tutto dall’anamnesi. Fondamentale è infatti la possibilità, per il medico, di avere il maggior numero possibile di informazioni in merito al peso del paziente, alle sue abitudini lavorative, all’attitudine all’attività sportiva.

Nel corso della visita con il podologo, un passaggio molto importante prevede l’esecuzione, ovviamente da parte del professionista, di una palpazione. Da non dimenticare è anche l’esame morfologico, grazie al quale è possibile per il podologo farsi un’idea chiara della struttura muscolare e osteoarticolare del piede del paziente.

Sono numerosi gli strumenti che il podologo utilizza. Tra questi troviamo la pedana baropodometrica, fondamentale per rilevare la pressione del piede. Quest’ultima, viene presa in diverse fasi, soprattutto quando il paziente è in posizione eretta e quando sta camminando.

Quando si parla dei dettagli della visita del podologo, un doveroso cenno deve essere dedicato all’esame delle calzature. Cosa prevede? Un’analisi da parte del professionista dell’usura della scarpa indossata dal paziente. In questa fase, il podologo si occupa anche di valutare l’adeguatezza degli eventuali plantari che la persona indossa.

Quando rivolgersi a un podologo?

A questo punto, viene naturale chiedersi quali siano i casi concreti in cui è meglio rivolgersi a un podologo. Tra le evenienze in questione, troviamo le situazioni in cui, soprattutto a causa delle calzature troppo strette, si ha a che fare con l’insorgenza del cosiddetto occhio di pernice, ossia una callosità di consistenza molle che fa la sua comparsa tra le dita dei piedi.

Da non trascurare è poi il fatto che, soprattutto durante la stagione estiva, aumenta notevolmente l’incidenza di traumi alle dita e alle unghie dei piedi. In questo elenco è possibile far rientrare gli ematomi subungueali, così come il distacco della lamina dell’unghia.

Il podologo, analizzando a fondo la situazione del paziente, può dare consigli anche sulle migliori calzature da scegliere. Farlo significa focalizzarsi su aspetti come la dimensione della calzata, per non parlare della larghezza metatarsale.

Tra gli aspetti che bisogna assolutamente considerare rientra infatti il movimento confortevole delle dita. I podologi consigliano di porre attenzione al comfort delle calzature a tutte le età. Raccomandano però di farlo con particolare cura quando si è anziani. Nel periodo della terza età, infatti, i problemi ai piedi possono causare delle grosse criticità per quanto riguarda la stabilità durante la deambulazione.

Pamela Tela

Caporedattore e amministratrice del sito salute-medicina.com curo i contenuti e i comunicati stampa salute e medicina per poi proporrle ai nostri lettori.